Harry Potter e gli anni a venire

Arte al femminile, rompiamo il muro del silenzio

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*Aly*
view post Posted on 27/10/2004, 14:54




quanti sanno che il pittore ufficiale alla corte di Luigi XVI e Maria Antonietta era una donna?
che l'arte di Frida Kahlo non aveva niente a che fare con il movimento surrealista?
che i ritratti di Rosalba Carriera erano richiesi dai monarchi di tutta europa?
che ci furono delle donne pittrici (e non solo modelle e/o amanti) nella confraternita dei Preraffaelliti?
io ho scoperto solo da qualche anno questi fatti... convinta, a causa della mancanza d'informazioni, che le donne fossero escluse dal mondo dell'arte! indispettita, non ho mai avuto nessuno con cui confrontare la mia delusione, se non con mia madre...
ma non è x questo che apro questa discussione: parlare di come le donne non furono mai prese in considerazione nel mondo degli artisti sarebbe un'inutile e sciocca recriminazione! ciò che è fatto è fatto, bisogna pensare a come rimediare!
apro, dunque, questa discussione, x mostrare ciò di cui erano capaci queste donne meravigliose e x diffondere la loro arte!

comincio con Artemisia Gentileschi. (Roma, 1593 - Napoli, 1652)
Lo studio dell'opera di Artemisia Gentileschi, si è spesso basato su semplici sterotipi semplificati, che hanno letto la sua produzione ora come reazione alla violenza subita da parte di Agostino Tassi, ora come manifestazione di un carattere deciso e spregiudicato.
Artemisia è stata ritratta dalla critica come una ragazza "lasciva e precoce", che sapeva sfruttare il proprio potere seduttivo per conquistare il successo in una professione maschile, oppure come una povera vittima in cerca di rivalsa.
La verità sta forse nel mezzo: essa era dotata di una personalità complessa e contraddittoria, troppo spesso fraintesa da una lettura dal taglio "femminista", che non sempre ha giovato alla comprensione dell'artista.

Ecco alcune sue opere:
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Giuditta e Oloferne

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Autoritratto

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Maddalena penitente

Edited by *Aly* - 27/10/2004, 15:55
 
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gwin
view post Posted on 28/10/2004, 22:50




bei dipini!

purtroppo nn so ke dire sul problema (posso definirlo così?) da te posto.
a dir il vero nn so xkè nn avevo mai fatto caso ke nn si conoscono. o nn si insegnano, pittrici donne del passato....
 
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*Aly*
view post Posted on 12/12/2004, 20:25




Rosalba Carriera

Nasce a Venezia nel 1675 e muore nella stessa città nel 1757.
La sua ricca attività, benché limitata alla ritrattistica ed attuata con la sola tecnica del pastello, manifesta chiaramente l'adesione al Rococò veneziano.
Fu allieva di Giuseppe Diamantini e di Antonio Balestra, però fu influenzata anche dallo stile del cognato Gianantonio Pellegrini.
I suoi inizi furono nel campo della miniatura, ma il passo verso la ritrattistica maggiore fu breve: il suo tocco leggiadro e vaporoso consentiva risultati piacevolissimi e molto apprezzati dalle nobili famiglie veneziane, ma anche da numerosi illustri ospiti della città lagunare.
Tra le opere più significative ricordiamo:

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Ritratto di fanciullo

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Le quattro stagioni

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Autoritratto

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Ritratto di donna

Molte sue opere sono conservate nel Museo del Settecento a Ca' Rezzonico, a Venezia.[/COLOR]
 
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*Aly*
view post Posted on 15/12/2004, 17:36




JUDITH LEYSTER


Nasce a Haarlem, in Olanda, nel 1609.
Non si hanno certezze riguardo al periodo di formazione di questa pittrice, ma si presume che fosse allieva di Frans Hals, al quale furono attribuiti per lungo tempo molti dei suoi quadri, che lei firmava soltanto con le sue iniziali unite da una stella.
Nel 1631, è la prima donna ad essere accolta nella "Gilda di San Luca", la cooperativa dei pittori di Haarlem.
Due anni dopo, è alla testa di una bottega frequentata da allievi maschi, un fatto veramente eccezionale all'epoca.
Nel 1636, sposa il pittore Jan Miense Molenaer e si trasferisce con lui ad Amsterdam.
Judith dipinge soprattutto le persone comuni dei ceti umili, cogliendo spesso l'aspetto allegro e scanzonato dell'essere umano.

Tra le sue opere:

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Autoritratto

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Ritratto di dama

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Il suonatore di flauto

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Testa di bambina[/COLOR]

Edited by *Aly* - 25/12/2004, 21:28
 
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*Aly*
view post Posted on 21/12/2004, 18:08




TAMARA DE LEMPICKA


Tamara Gorska, in arte De Lempicka (dal cognome del marito Lempicki), famosa ai suoi tempi più per la sua mondanità che per la sua pittura, nasce il 16 maggio del 1898 a Varsavia. Nel 1911 compie un importante viaggio in Italia insieme alla nonna materna, durante il quale scopre la sua passione per l'arte. Nel 1914, disobbedendo alla volontà dei genitori, interrompe gli studi e si trasferisce a San Pietroburgo, presso la zia Stefa Jansen.

Durante una festa conosce il giovane avvocato Tadeusz Lempicki e se ne innamora. I due si sposano nel 1916, poco prima dello scoppio della rivoluzione russa. L'anno seguente il marito è arrestato per la sua militanza nelle file controrivoluzionarie ma, grazie alle relazioni della moglie, viene presto liberato. I due si trasferiscono a Copenaghen, dove già si trovano i genitori di Tamara, e da lì giungono a Parigi. Nel 1920, poco dopo la nascita della figlia Kizette, Tamara decide di dedicarsi alla pittura e inizia a frequentare l'Académie de la Grande Chaumière, poi prende lezioni da Maurice Denis e André Lhote.

Nel 1922 partecipa al Salon d'Automne. Dopo questa sua prima apparizione, la pittrice continua a esporre a Parigi fino alla seconda metà degli anni Trenta. Nel 1925 Tamara parte con la madre e la figlia per l'Italia per studiare i classici. A Milano conosce il conte Emanuele Castelbarco, proprietario della galleria d'arte Bottega di poesia, che le organizza la sua prima mostra personale. Durante la sua permanenza in Italia conosce Gabriele D'Annunzio, del quale desidera fare un ritratto. Negli anni seguenti, divenuta pittrice di successo, intensifica la sua partecipazione a mostre ed esposizioni parigine.

Nel 1928 divorzia dal marito e ben presto si lega al barone Kuffner, che sposerà nel 1933. In seguito a una profonda crisi esistenziale, l'artista comincia a dipingere soggetti di contenuto pietistico e umanitario. Amò però anche molto ritrarre se stessa, come nel celebre "Autoritratto" del 1925 in cui si rappresentò, bella, seducente, ricca e annoiata, a bordo di una lussuosa Bugatti verde, in perfetto stile ruggenti anni Venti, simile al personaggio di Daisy creato dalla fantasia dello scrittore americano F. S. Fitzgerald nel "Grande Gatsby".

Nell'estate del 1939 i coniugi Kuffner partono per New York, dove Tamara organizza una personale alla galleria di Paul Reinhardt. Nonostante i suoi numerosi impegni umanitari, la pittrice continua ad allestire mostre a New York, Los Angeles e San Francisco. Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1957 presenta le sue nuove opere a Roma alla Galleria Sagittarius.

L'artista realizza in questi anni una serie di composizioni astratte, cui fanno seguito dei dipinti a spatola che non incontrano il consenso della critica. La mostra, allestita nel 1962, alla Galleria Jolas di New York è un fallimento. Dopo la morte del marito, avvenuta nel novembre di quell'anno, Tamara lascia New York e si trasferisce a Houston, dove vive la figlia Kizette. Nel 1969 torna a Parigi e riprende a dipingere. Una grande mostra antologica, organizzata presso la Galerie du Luxembourg (1972), riporta al successo l'anziana pittrice. Nel 1978 Tamara si trasferisce in Messico, a Cuernavaca, dove muore il 18 marzo 1980. Secondo le sue volontà testamentarie, le sue ceneri vengono sparse sul cratere del vulcano Popocatépetl.

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Autoritratto

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Andromeda

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La bella Raffaela

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Fanciulla in verde

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Adamo ed Eva
 
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*Aly*
view post Posted on 25/12/2004, 21:40




MARY CASSATT

Nasce a Pittsburg il 22 maggio 1844 da un influente uomo d'affari.
Studia arte a Philadelphia e successivamente viaggia moltissimo per l'Europa fino al 1874 quando si stabilisce stabilmente a Parigi. Qui incontra Degas che influenzerà il suo lavoro e che frequenterà per tutta la vita.
Con Degas, Mary partecipa alle esposizioni impressioniste del 1879-1880-1881 e 1886.
Mary Cassatt si prodiga moltissimo per la diffusione della pittura del suo tempo, per esempio, convincendo il fratello a comprare le opere di Degas, Monet, Manet, Pissarro, Morisot e Renoir, e facendo di lui il primo collezionista americano.
A partire dal 1882, Mary cambia stile, influenzata dall'arte giapponese.
Muore a Mesnil-Theribus nel 1926.

Nella sua pittura Mary Cassatt dimostra uno spiccato senso dell'osservazione ed i suoi dipinti sono permeati di una sorta di dolcezza e gentilezza, anche per l'uso di colori tenui, come, per esempio, nelle numerose madri con bambino che dipinse durante la sua carriera. Le sue opere sono in mostra in musei tipo il Metropolitan Museum di New York e la Nation Gallery di Washington.

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Il piccolo Thomas e sua madre

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Ragazzina in poltrona blu

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Il bagno

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Ragazzina con cappello di paglia

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Colazione a letto
 
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*Aly*
view post Posted on 7/1/2005, 20:27




FRIDA KAHLO
(Coyoacán, 6 luglio 1907 - Città del Messico, 13 luglio 1954)

Figlia d'arte, fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, figlia della rivoluzione messicana e del Messico moderno.
Affetta da poliomielite dall'età di cinque anni, fin dall'adolescenza manifestò talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. Fu amica di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni
Nel 1929 sposò il pittore di murales Diego Rivera, con cui divorziò, e si risposò nel 1940 a San Francisco. La loro appassionata (e all'epoca discussa) storia d'amore, è raccontata in un suo diario.
Da Rivera, Frida assimilò uno stile volutamente naïf, che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti, ispirati all'arte popolare e alle tradizioni precolombiane. La sua intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native, di affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana.
Nei suoi ritratti, Frida raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il maggiore dei quali fu il grave incidente di cui rimase vittima nel 1925, mentre viaggiava su un torpedone, in cui un palo le perforò il bacino. I postumi dell'incidente, che nel corso degli anni la obbligheranno a sottoporsi a ben 32 interventi chirurgici, condizioneranno la sua salute per tutta la vita. Sotto questo aspetto, forte - ma non privo talvolta di un certo humour - risulta nei suoi quadri l'impatto di elementi fantastici, accostati ad oggetti in apparenza incongruenti.
Tre importanti esposizioni le furono dedicate: nel 1938 a New York, l'anno successivo a Parigi e nel 1953, un anno prima della morte, a Città del Messico.
Della sua tumultuosa vita, il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli, sebbene - dicono le cronache - ebbe numerosi amanti di ambo i sessi, con nomi che, neanche all'epoca, potevano passare inosservati: Leon Trotsky e Andrè Breton, tanto per citarne alcuni.
Frida Kahlo è stata la prima donna ispanica ritratta su un francobollo degli Stati Uniti, emesso il 21 giugno 2001: l'immagine scelta è un autoritratto, eseguito nel 1933.
Nella sua casa di Coyoacán sorge oggi il Museo Frida Kahlo.
La vita, passione e morte di Frida Kahlo sono state raccontate in almeno tre film, l'ultimo dei quali - tratto dalla biografia scritta da Hayden Herrera - è stato girato dalla regista Julie Taymor e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002.

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Autoritratto con scimmia

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Autoritratto con vestito rosso e dorato

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Le due Frida

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La colonna rotta

Edited by *Aly* - 7/1/2005, 20:39
 
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*Aly*
view post Posted on 10/1/2005, 22:26




MARIE LOUISE ELISABETH VIGE'E-LEBRUN
(1755-1842)

Nacque a Parigi, dal pittore e professore accademico Louis Vigèe, e da dalla parrucchiera Jeanne Maissin.
Elisabeth si sentì attratta dalle arti fin da tenera età: come racconta nelle Memorie, amava disegnare paesaggi e ritratti sulle pareti del dormitorio dove alloggiava. Suo padre morì che lei aveva solo 15 anni, ma era già ingrado di mantenere la madre ed il fratellino con la vendita dei suoi ritratti.
A 20 anni si traferì con la famiglia in un palazzo, di proprietà di Jean Baptiste Pierre Lebrun, pittore, collenzionsta e mercante d'arte. Quando, dopo sei mesi, l'uomo le chiese di sposarlo, lei esitò: si sentiva ancora lontana dal desiderio di prender marito, non avendo alcuna ansia per il futuro, visto che guadagna molto con la sua arte. Ma la madre insistè ed Elisabeth convolò a giuste nozze.
Nelle stanze della nuova dimora, la pittrice ebbe modo di esercitarsi, osservando le opere dei maestri presenti nella collezione del marito. Al loro esempio, si sommarono i prezioni consigli di Greuze e Vernet.
Cominciò, così, la sua scalata al successo, che la condusse all'ammissione come pittrice di storia all'Acadèmie Royale, che a sua volta le aprì le porte della corte di Francia. Ma la sua notorietà fu sancita dall'accoglienza trionfale ricevuta dal suo primo ritratto di Maria Antonietta, di cui furono diffuse numerose copie. Da quel momento, la pittrice divenne l'artista ufficiale della regina, della quale eseguì più di 30 rotratti.
La sua felice vita a corte venne bruscamente messa in crisi dall'avvennto della Rivoluzione, nel 1789. La sua familiarità con l'ambiente monarchico la mise in una situazione pricolosa ed Elisabeth preferì rifugiarsi in Italia, dove trovò accoglienza a Napoli, alla corte dei Borboni, poi in Austria ed infine in Russia.
Rietrò in Francia nel 1802, ma seguitò a viaggiare per tutta l'Europa. Tuttavia, morirà nel 1842, in partia.

Nell'arte del ritratto, Elisabeth sa dare prova di grande virtuosismo.
Oltre ai più noti ritratti della regina francese e della nobiltà russa, vanno ricordati i ritratti maschili, e gli autoritratti. La pittrice, infatti, ama autoritrarsi, quasi in omaggio alla propria bellezza, che ha certamente contribuito al suo successo.
Da notare che, anche se generalmente nei suoi autoritratti essa non tradisce alcun coinvolgimento emotivo, in quello con la figlia si concede uno sguardo più sentito ed istintivo, seppur perfettamente in linea con la moda ed il gusto del tempo. E fu proprio l'attenzione alla moda e la capacità di adattarsi al gusto dei committenti, le virtù che Elisabeth riteneva fondamentali per la buona riuscita dal lavoro di un pittore.
La sua produzione è frutto di una sorprendente organizzazione del lavoro: non basta dipingere bene per avere succdesso, come disse lei stessa.

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Autoritratto

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Ritratto della Principessa Belozersky

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La Regina Maria Antonietta con i bambini

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La Regina Maria Antonietta

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Autoritratto con la figlia

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Ritratto di Hobert Robert

Edited by *Aly* - 10/1/2005, 22:30
 
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7 replies since 27/10/2004, 14:54   1222 views
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