Sul caso sono molto combattuto. Per chi non fosse al corrente della vicenda, la riassumo sperando di essere il più possibile obiettivo: nel 1977, durante una festa in casa di Jack Nicholson, il regista Roman Polanski si appartò con la modella 13enne Samantha Gethner (e qui si potrebbe domandare cosa facesse una 13enne sola ad una festa di divi di Hollywood; i genitori che facevano nel frattempo?), la fece ubriacare, poi la fece spogliare, le somministrò una droga chiamata Quaalude o metaqualone (leggi
qui per una breve descrizione degli effetti) e poi la sodomizzò (scusate se adopero brutalmente il termine). Denunciato per questo, paventando una condanna pesante (il procuratore rifiutò il patteggiamento), il regista lasciò gli Stati Uniti e andò a vivere in Francia. Da allora sulla sua testa pende un mandato d'arresto internazionale e Polanski non è più tornato negli Stati Uniti nemmeno per ricevere l'Oscar come miglior regista per Il pianista. Anzi, da allora sta attento a non mettere piede in Stati che potrebbero estradarlo negli USA, senonché giorni fa ha commesso l'imprudenza di recarsi in Svizzera per partecipare ad un festival e lì all'aereoporto ha trovato la polizia. Da allora si trova in una cella, in attesa della decisione della magistratura svizzera sulla sua estradizione negli Stati Uniti.
Subito un drappello di registi e attori cinematografici, tra cui Scorsese, Woody Allen e il nostro Tornatore, hanno lanciato una petizione per la liberazione del regista polacco. Il quesisto che pongo è: è giusto perseguitare Polanski per un reato (odioso, non c'è che dire) commesso oltre 30 anni fa, oppure è il caso di lasciar cadere le accuse, dopo che è passato tanto tempo e che la vittima, oggi quarantenne, ha pubblicamente espresso il suo perdono nei confronti del suo stupratore?
I pareri sono discordanti: ricordo che, se il caso fosse avvenuto in Italia, il regista oggi potrebbe dormire tranquillo in quanto il reato sarebbe caduto in prescrizione. Ma per gli Stati Uniti le cose vanno diversamente. Molti sostengono che essere un artista, anche se geniale, non rende una persona superiore alla legge, che il crimine è comunque mostruoso e, anche se è passato tanto tempo, non è giusto lasciare impunito l'autore, anche perché creerebbe un pericoloso precedente. Gli estimatori di Polanski hanno tirato fuori qualsiasi argomento, dal presunto consenso della vittima (molto presunto, dato che, giovanissima età a parte, è stato estorto con l'alcool e la droga) fino ai precedenti di geni che avevano gusti sessuali non proprio ortodossi (da Errol Flynn a Pasolini, passando per le infamanti accuse che sono cadute sulle teste di Woody Allen e Michael Jackson, entrambi però scagionati).
E voi, che ne pensate? Esprimete il vostro parere votando in questo sondaggio. Io personalmente ho optato per la terza possibilità: non trovo giusto che lo stupro di una tredicenne passi impunito, però credo che in un qualche modo i giudici dovrebbero tener conto degli anni trascorsi e anche del perdono della vittima. Quindi, non sono a favore di una grazia per il regista, ma non credo nemmeno sia giusto far marcire in cella un 73enne per il resto dei suoi giorni, quando persone di gran lunga peggiori sono in libertà. Credo che, con un po' di raziocinio, si possa giungere ad una soluzione intermedia: una condanna esemplare, ma con la sospensione condizionale, ed allo stesso tempo un maxirisarcimento nei confronti della vittima e magari qualche obbligo sociale a carico del regista. Naturalmente è un mio parere personale.
Per un parere diverso dal mio, potete leggere il
pezzo di Christopher Hitchens pubblicato sul Corriere della sera di ieri.