In Inghiletrra gli hanno tributato massimi onori, in Italia la sua storia sembra davvero una favola: 39 anni, di cui 16 passati a correre dietro al pallone (quello che lui definisce “il più efficace antistress”), una moglie e 3 figli, un palmares di tutto rispetto e tanti attestati di stima che parlano di un Gianfranco Zola straordinario come atleta e come uomo.
Nato il 5 luglio 1966 a Oliena, una piccola cittadina di 8.000 abitanti dell'entroterra sardo, Gianfranco Zola vive felicemente la sua infanzia in Sardegna, accanto alla madre Giovanna, al padre Ignazio e alla sorella Silvia. Comincia a giocare a calcio con la squadra del suo paese, la Corrasi, e nel '84 accede al calcio professionistico, militando per il campionato '84-'85 e per quello successivo, nella squadra di casa, la Nuorese. Nel '86 viene ingaggiato da un'altra squadra della Sardegna, la Torres di Sassari, vincendo nell'87 il campionato di C2, con un totale di 8 goal in 30 partite. Nel '89, dopo tre anni passati alla Torres, approda finalmente in serie A.
E' qui che la sua avventura calcistica comincia, approdando semisconosciuto nel Napoli di Maradona. Diventa un fantasista straordinario e conquista la maglia azzurra. E' il 1990, l'anno magico del Napoli, con il quale vince lo scudetto e la Supercoppa italiana. Nel 1991 cè l'esordio con la nazionale (Italia-Finlandia 1-1), poi il trasferimento al Parma, con cui conquista la Supercoppa europea nel 1993 e la Coppa Uefa nel 1995.
Nel '97 si trasferisce in Inghilterra, dove approda al Chelsea, con il quale raggiungerà tutte le soddisfazioni sportive ed umane che forse lItalia non gli avrebbe concesso: due medaglie per la Fa Cup (nel '97 e nel 2000), la Coppa di lega inglese, la Coppa Coppe e la Supercoppa europea nel 98, la Charity Shield nel 2000.
Ma non sono stati solo i meriti sportivi a motivare la nomina di Zola a “Membro onorario dellImpero britannico”, lonorificenza che la regina Elisabetta II gli ha conferito nel 2004 per i suoi cinque anni nel calcio inglese e la nobiltà di intenti.
Poi il rientro in Italia, nella sua terra: due anni ancora con il Cagliari, per riportare in serie A la squadra della sua terra e fargli compiere un salto di qualità nell'anno successivo. E poi vincere altri premi: dal Pallone dArgento 2005, al premio indetto dallUssi e dedicato al giocatore che nel campionato si è distinto per il suo fair play, fino a tedoforo in Sardegna per la fiaccola olimpica dei Giochi di Torino 2006 nel viaggio per le regioni dItalia.
Ed ora il fuoriclasse dice addio al calcio: Gianfranco Zola, 39 anni fra pochi giorni, dopo lunghe riflessioni, ha deciso di appendere le scarpe al chiodo.
<< E’ passato un pò di tempo dalla fine del campionato ma avevo bisogno di un momento di riflessione. Non è stata una decisione semplice, ma sentivo un'esigenza sempre più forte di dedicarmi a quelle cose che ho trascurato in tutti questi anni. >>