Harry Potter e gli anni a venire

La conclusione che non avete mai letto

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Julien Suncrisbe
view post Posted on 6/1/2005, 20:18




Tratto dal IX volume della History "The Sauron Defeated": ecco una perlomeno decente traduzione.

La conclusione del Signore degli Anelli
John Ronald Reuel Tolkien


Tolkien ha redatto un epilogo che si svolge dopo 14 anni. Sebbene
numerose volte rimaneggiato, il seguente testo non è stato poi preso
in considerazione per la versione finale. Eccolo:


Una sera del mese di Marzo del 1436 Mastro Samvise Gamgee si trovava
davanti al suo scrittoio a Saccoforino. Era seduto davanti al vecchio tavolo da
lavoro ormai consumato, mentre riempiva con la sua lenta scrittura rotonda
alcuni fogli volanti, concedendosi frequenti momenti di riflessione. Un grosso
libro rosso manoscritto giaceva sul leggio adatto alla sua statura di hobbit.
Poco tempo prima ne aveva letto, a voce alta, alcuni passaggi alla sua
famiglia. Era un giorno particolare: il compleanno della figlia Elanor. Quella
sera, prima di cena, aveva finalmente terminato il Libro. C’erano voluti mesi
per la lenta progressione lungo i numerosi capitoli, nonostante le sensate
omissioni: aveva infatti letto a voce alta solo durante i giorni speciali. Per
la lettura del compleanno, oltre a Elanor erano presenti il piccolo Frodo,
la piccola Rosa, i giovani Merry e Pipino; gli altri bambini non vi avevano
assistito: erano a letto tranquilli. Il Libro Rosso non era ancora adatto a loro,
Cioccadoro aveva solo cinque anni; Frodo si era infatti leggermente sbagliato
nella predizione: era nata dopo Pipino. Non era però l’ultimo nella linea
di famiglia, Samvise e Rosa sembravano ben messi per rivaleggiare con il
vecchio Gerontius Tuk per il numero di bambini e fare altrettanto con Bilbo
per il numero di anni di vita. C’erano il piccolo Hamfast, Daisy e Prima
Rosa sempre nelle loro culle.
Adesso Sam assaporava un po’ di tranquillità, la cena era terminata.
Solo Elanor era rimasta con lui e visto che era il suo compleanno, era ancora
sveglia. Si sedette senza far rumore guardando intensamente il fuoco e di
quando in quando gettava un’occhiata su suo padre. Era una bella ragazza,
con una pelle più bianca rispetto alle altre giovani hobbit, più snella e con un
bagliore di fuoco che scintillava nei suoi capelli di oro rosso. Aveva ricevuto
come dono, se non per eredità un ricordo della grazia degli Elfi.

“Che fai papà-Sam?” disse finalmente. “Avevi detto che saresti andato
a riposarti e speravo che avresti parlato un po’ con me.”
“Solo un momento mia piccola Elanor” disse Sam mentre ella gli aveva
appena messo le braccia intorno al collo guardandolo, così da sopra la spalla.
“Questo somiglia alle Domanda e Risposta” osservò Elanor. “`e proprio
così” rispose Sam “Il Signor Frodo mi ha lasciato le ultime pagine del Libro,
ma non ho ancora osato mettermici. Sto sempre a prendere appunti, come
avrebbe detto il vecchio signor Bilbo. Qui ci sono tutte le numerose domande
che la Mamma Rosa, i bambini e te mi avete posto; io ho scritto le risposte
quando le conoscevo. La maggior parte delle domande sono tue, visto che sei
la sola ad avermi sentito leggere il libro per intero più di una volta.”
“Tre volte” disse Elanor guardando riposare, sotto la mano di Sam, una
pagina scritta con cura.
D. I nani: Il piccolo Frodo dice che sono i suoi preferiti. Cosa
`e successo a Gimli? Le miniere di Moria sono state riaperte? Ci
sono ancora gli Orchi a Moria?
R. Gimli: `e ritornato per lavorare per il Re, come aveva detto.
Ha portato con se dal Nord gran parte del suo popolo. Hanno
lavorato così a lungo a Gondor che si sono abituati e si sono
installati la, nei Monti Bianchi, non lontano dalla Città. Gimli
si reca, una volta all’anno, nelle Caverne Scintillanti. Come lo
so? Sono informazioni del Signor Peregrino che ritorna spesso a
Minas Tirith dove è tenuto in gran considerazione.
Moria: Non ne ho notizia. Forse non è per il nostro tempo la
predizione su Durin. I luoghi oscuri hanno bisogno ancora di una
bella ripulita. Credo, che per sloggiare le creature malvagie dalle
sale di Moria ci vorranno molta fatica e audacia. Senza dubbio
in quei luoghi vi abitano ancora molti Orchi. Non esiste alcuna
possibilità di riuscire mai a sbarazzarsi completamente di loro.
D. Legolas: `E tornato dal Re? Vi resterà?
R. Sı, vi è ritornato. è arrivato a Sud con Gimli ed ha portato
con se molte delle genti di Bosco Atro - il Grande (così viene
chiamato oggi). Dicono che fosse meraviglioso vedere compagnie
di Nani ed Elfi viaggiare insieme. Gli Elfi hanno reso più splendide
la città e la terra dove vive il Principe Faramir. Sı, Legolas vi
resterà almeno tanto quanto Gimli; ma penso che un giorno andrà
verso il Mare. Me lo ha raccontato il Signor Meriadoc che è infatti
andato a far visita a Dama Arwen nel suo palazzo bianco.
D. I Cavalli : Merry se ne interessa moltissimo; è molto preoccupato
per un suo pony. Durante i combattimenti quanti cavalli
hanno perduto i Cavalieri, ne hanno degli altri adesso? Cosa
è successo al cavallo di Legolas? Cosa ne ha fatto Gandalf di
Ombromanto?
R. Ombromanto è andato con Gandalf sulla bianca nave, ovviamente.
L’ho visto con i miei occhi. Ho anche visto Legolas
lasciare andare liberamente il suo cavallo da Isengard a Rohan. Il
Signor Meriadoc mi ha detto che non sa quanti cavalli furono perduti;
ma oggi se ne vedono più che mai a Rohan, adesso nessuno
li ruba. I Cavalieri posseggono anche, in particolare nell’Harrowdale
molti pony: ce ne sono di bianchi, marroni e grigi. Quando
ritornerà dalle terre di Re Eomer, l’anno prossimo, il Signor
Meriadoc è intenzionato a portarne uno per il suo omonimo.
D. Gli Ent: A Elanor piacerebbe sapere di più su di loro.
Cosa vide Legolas a Fangorn? Ha rivisto Barbalbero? La piccola
Rosa si preoccupa molto delle Entesse: ogni volta che va in un
bosco le cerca. Le troveremo mai? Le piacerebbe che succedesse.
R. Per quello che ne so Legolas e Gimli non mi hanno raccontato
ciò che videro. Non ho mai sentito parlare di qualcuno
che abbia visto un Ent dopo quel periodo. Gli Ent sono molto
riservati e non amano troppo le persone, sia grandi che piccole.
Anch’io vorrei che si ritrovassero le Entesse; ma temo che il
problema sia troppo antico e profondo perché il popolo della Contea
possa porvi rimedio. Penso che forse le Entesse non vogliano
essere trovate; e magari gli Ent sono stanchi di cercare adesso.
“Beh, tesoro mio” disse Sam “questa prima pagina rappresenta solo il
lavoro di oggi.” Sospirò.
“Non va abbastanza bene per metterla nel libro così com’è. Non somiglia
molto alla storia così come l’ha scritta il Signor Frodo. Ma bisognerà che
faccia, in un modo o nell’altro, un capitolo o due nello stile adatto. Potrebbe
aiutarmi il Signor Meriadoc. E' abile quando si tratta di scrivere, sta facendo
uno splendido libro, interamente dedicato alle piante.”
“Non scrivere più stasera. Raccontami qualcosa papà-Sam” disse Elanor
mentre lo portava verso una sedia vicino al fuoco.
“Dimmi” ripeté mentre si sedevano uno vicino all’altro nella dolce luce
dorata che illuminava loro il viso “Parlami di Lorien. Il mio fiore vi cresce
sempre papà-Sam?”
“Ebbene, tesoro mio, Celeborn vive sempre laggiù tra alberi ed Elfi e non
ho dubbi che il tuo fiore vi cresca ancora. Anche se non me ne preoccupo
più di tanto, adesso che ho te da poter guardare”

“Ma papà-Sam io non voglio guardarmi. Voglio vedere altre cose. La
collina di Amroth dove il Re ha incontrato Arwen, gli alberi d’argento, il
piccolo niphredil bianco e l’elanor dorata nell’erba che è sempre verde. E
voglio sentire cantare gli Elfi.”
“Forse un giorno li sentirai, Elanor. Sai, io dicevo la stessa cosa quando
avevo la tua età e molto tempo dopo sembrava non esserci nessuna speranza.
E nonostante tutto li ho visti e sentiti.”
“Ho paura che tutti prendano il mare, papà-Sam. Se fosse così molto
presto non ne resterebbero più qui, e allora non ci sarebbero che luoghi vuoti
e ...”
“E cosa, mia piccola Elanor?”
“E la luce si affievolirebbe.”
“Lo so.” disse Sam “La luce si affievolisce, mia piccola Elanor. Ma non
sparirà non ancora. Da quando te ne ho parlato penso che non sparirà mai
veramente. Adesso mi sembra infatti che le persone se la possano ricordare
anche se non l’hanno mai vista. Tuttavia” sospirò “non è, anche così, la
stessa cosa che vederla dal vero, come io ho fatto.”
“Come si può far parte di una storia?” chiese Elanor “Una storia mai
uguale anche quando racconta ciò che è accaduto. Mi piacerebbe poter
tornare ai bei vecchi tempi.”
“Le persone come noi se lo augurano spesso.” disse Sam “Tu, mia piccola
Elanor, sei nata alla fine di una grande Era; ma benché sia terminata le
cose, come si dice, non finiscono così all’improvviso. `E piuttosto come un
crepuscolo invernale. Adesso gli Alti Elfi sono quasi tutti partiti con Elrond.
Gli altri, quelli che appartengono a questa terra, resteranno ancora e più a
lungo. Hai ancora molte cose da vedere e forse le vedrai prima di quanto
pensi.”
Elanor restò un attimo in silenzio prima di prendere di nuovo la parola
“All’inizio non ho capito cosa volesse dire Celeborn quando si congedò dal
Re, ma adesso credo di capire. Sapeva che Dama Arwen sarebbe restata e
che Galadriel lo avrebbe lasciato. Penso che per lui sia stato triste. E anche
per te papà-Sam” a tentoni la sua mano cercava quella scura di Sam che vi
strinse le dite minute di Elanor.
“Infatti anche il tuo tesoro è partito. Sono felice che Frodo dell’Anello mi
abbia vista, ma vorrei potermelo ricordare.”
“E' stato triste mia piccola Elanor” disse Sam baciando i suoi capelli “lo
è stato ma non lo è più ormai. Perché? Beh, il Signor Frodo è partito per
la dove la luce elfica non affievolisce, ha meritato la sua ricompensa. Ma
anch’io ha avuto la mia. Ho ricevuto grandi tesori. Sono un hobbit molto
ricco. C’è un’altra ragione che ti svelerò, un segreto che non ho mai detto
a nessuno prima, né ancora annotato ne Libro. Prima di partire il Signor
Frodo mi disse che sarebbe potuta venire la mia ora. Posso aspettare. Credo
che forse non ci siamo detti addio per bene. Ma posso aspettare. In ogni
caso ho imparato almeno questo dagli Elfi: il tempo non li preoccupa. Penso,
quindi che Celeborn sia sempre felice, in maniera elfica, tra i suoi alberi. La
sua ora non è arrivata e non è ancora stanco del suo paese. Quando lo sarà
potrà andarsene.
“E quando sarai stanco papà-Sam partirai. Partirai per i Porti con gli
Elfi. Allora partirò con te, non mi separerò da te come Arwen ha lasciato
Elrond.”
“Forse, forse sı” disse Sam abbracciandola dolcemente “e forse no. La
scelta di Luthien e di Arwen, o qualcosa di simile si presenta a molti; e non è
saggio prendere la propria decisione avanti tempo.” " E adesso, piccola mia,
penso che sia tempo di mettersi a letto anche per una signorina che ha vissuto
quindici primavere. E poi ho ancora qualcosa da dire a Mamma Rosa.”
Elenor si alzò e passo leggermente la mano tra la chioma bruna, riccia e
già picchiettata di grigio di Sam.
“Buona notte papà-Sam, ma...”
“Non voglio una buona notte ma. . . ’ ” disse Sam.
“Ma non vuoi mostrarmela prima? `E quello che stavo per dire.”
“Mostrarti cosa, tesoro?”
“La lettera del Re, è ovvio. L’hai ricevuta più di una settimana fa, oggi.”
Sam si sedette “Bontà divina” disse Sam “Ecco come la storia si ripete! Si
viene ripagati con la stessa moneta, è così. Come spiammo il povero Signor
Frodo! Così adesso i nostri ci spiano, senza intenzioni più cattive di quelle
che avevamo, spero. Ma come ne sei al corrente?”
“Non c’era bisogno di spiare” disse Elanor “se volevi tenermela segreta
non sei stato abbastanza prudente. E' arrivata, con il corriere del Quartiere
Sud, mercoledì presto della settimana scorsa. Ti ho visto riportarla, tutta
avvolta di seta bianca e chiusa con grandi sigilli neri: era sufficiente aver
sentito il Libro per indovinare subito che veniva dal Re. Ci sono buone
notizie? Non vuoi mostrarmela papà-Sam?”
“E va bene, dal momento che ne sai così tanto, è meglio che tu apprenda
il resto” disse Sam “ma niente cospirazioni d’ora in poi. Se te la mostro passi
dalla parte degli adulti e devi rispettare le regole. Lo dirò agli altri a tempo
debito. Il Re sta per arrivare.”
“Viene qui?” esclamò Elanor “a Saccoforino?”
“No tesoro” disse Sam “Ma ritorna nel Nord, cosa che non ha fatto da
quando eri piccola. Adesso la sua casa è pronta. Poiché ha ordinato che il
paese sia chiuso alla Gente Alta e che nessuno vi penetri dopo quei Banditi
non verrà nella contea; non contravverrà alla sua stessa regola. Ma cavalcherà
fino al Ponte. Ha inviato per ognuno di noi un invito speciale, ognuno recante
il nostro nome.”
Sam si avvicinò ad un cassetto, lo aprì e ne tirò fuori un rotolo dal quale
fece scivolare la fodera. La pergamena era scritta su due colonne in bei
caratteri argentati su fondo nero. La srotolò e posò una candela sullo scrittoio
lì accanto in modo che Elanor potesse vederla.
“Come è bella” esclamò Elanor “So leggere la Lingua Corrente, ma cosa
c’è scritto nell’altra parte? Credo che sia elfico, però me ne hai insegnate
così poche parole.”
“Sì, è scritta in un tipo di elfico che viene usato dalle grandi genti di
Gondor” confermò Sam “L’ho decifrato abbastanza per essere sicuro che dica
su per giù le stesse cose a parte il fatto che traduce i nostri nomi in elfico.
Il tuo è lo stesso da ambo le parti, Elanor, perché il tuo nome è elfico. Ma
Frodo diventa Iorhael, Rosa Merir, Merry Gelir, Pipino Cordof, Cioccadoro
Glorfinniel, Hamfast Baravorn e Daisy Eirren. E adesso lo sai.”
“E' meraviglioso” disse Elanor “adesso abbiamo tutti dei nomi elfici, che
splendida conclusione per il mio compleanno! Ma qual è il tuo nome papà-
Sam? Non l’hai menzionato.”
“Beh, è molto particolare” disse Sam “infatti, se lo vuoi proprio sapere,
nel testo elfico il Re letteralmente dice: ‘Mastro Perhael che dovrebbe essere
chiamato Panthaen’ ciò significa: Samvise che dovrebbe essere chiamato ‘Il
molto sagace’. Adesso sai cosa il Re pensa del tuo vecchio papà.”
“Non ne penso meno, papà-Sam, mio caro Perhael-adar” disse Elanor
“ma c’è scritto due aprile, tra solo una settimana! Quando partiremo?
Dovremo prepararci. Cosa porteremo?”
“Questo lo devi chiedere a Mamma Rosa” disse Sam “Noi però ci siamo
preparati. Siamo stati avvertiti molto tempo fa; se non abbiamo detto niente
è solo perché non volevamo che ci perdeste il sonno, non ancora. E' tutto a
vostro vantaggio. Avrete tutti dei bei vestiti e andremo in calesse.”
“Dovrò fare tre riverenze o solo una?” chiese Elanor.
“Saranno sufficienti una per il Re e una per la Regina” disse Sam. “infatti,
benché non lo dica nella lettera, mia piccola Elanor, penso che ci sarà anche
la Regina. E quando l’avrai vista, tesoro mio, saprai a cosa somiglia una
principessa elfica, a parte il fatto che nessun’altra è così bella. E non è tutto.
Sarei sorpreso se il Re non c’invitasse nella sua grande dimora sul lago
Evendim. Ci saranno Elladan e Elrohir, che vivono ancora a Granburrone
e con loro altri Elfi che canteranno al crepuscolo sull’orlo dell’acqua, mia
piccola Elanor. E' per questo che ti ho detto che potrai vederli prima di
quanto tu non immagini.”
Elanor non disse niente, ma restò a guardare il fuoco, i suoi occhi brillavano
come due stelle. Finalmente sospirò e si mosse. “Quanto tempo ci
resteremo?” domandò “Immagino che dovremo ritornare.”
“Sì, e lo vorremo, in un certo senso,” disse Sam “ma potremo restare fino
alla raccolta del fieno per la quale devo essere di ritorno. Buona notte, mia
piccola Elanor. Dormi adesso fino al sorgere del sole. Non avrai bisogno di
sogni.”
“Buona notte papà-Sam e non lavorare più. Perché so a cosa il tuo
capitolo dovrebbe assomigliare: scrivi di ciò di cui abbiamo parlato insieme,
ma non stanotte.”
Lo abbracciò e se ne andò; a Sam sembrò che il fuoco andasse calando nel
momento in cui Elanor usciva dalla stanza. Le stelle brillavano in un cielo
nero e terso. Era il secondo giorno del corto periodo luminoso e senza nuvole
che traversava regolarmente la Contea verso la fine di marzo, i bambini erano
a letto adesso. Era tardi, ma qua e là a Hobbiville, alcune luci scintillavano
dalle finestre delle case sparpagliate nella campagna che la notte ricopriva.
Mastro Samvise stava sulla porta e guardava verso est. Portò verso di sé
Rosa e la circondò con le sue braccia.
“Il venticinque marzo” disse “in questo stesso giorno diciassette anni fa,
Rosa tesoro mio, non pensavo che ti avrei rivista. Ma continuavo a sperare.”
“Io non ho mai sperato, Sam” disse Rosa “fino a quel preciso giorno,
improvvisamente arrivò la speranza. Era verso mezzogiorno e mi sono sentita
così felice che cominciai a cantare. Mia madre disse "Fa’ silenzio fanciulla,
ci sono dei banditi dietro l’angolo" e io risposi "lascia che vengano! Il loro
tempo finirà presto. Sam sta per tornare e tu sei ritornato”
“Sono ritornato” disse Sam “nel luogo che io amo di più al mondo dove
ci sono la mia Rosa e il mio giardino”
Rientrarono in casa e Sam chiuse la porta, ma in quel preciso istante udì
all’improvviso il sospiro e il mormorio profondo e ininterrotto del Mare sulla
rive della Terra di Mezzo.

Edited by Julien Suncrisbe - 6/1/2005, 20:19
 
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ashlan
view post Posted on 16/5/2006, 10:47




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