| Tratto dal IX volume della History "The Sauron Defeated": ecco una perlomeno decente traduzione.
La conclusione del Signore degli Anelli John Ronald Reuel Tolkien
Tolkien ha redatto un epilogo che si svolge dopo 14 anni. Sebbene numerose volte rimaneggiato, il seguente testo non è stato poi preso in considerazione per la versione finale. Eccolo:
Una sera del mese di Marzo del 1436 Mastro Samvise Gamgee si trovava davanti al suo scrittoio a Saccoforino. Era seduto davanti al vecchio tavolo da lavoro ormai consumato, mentre riempiva con la sua lenta scrittura rotonda alcuni fogli volanti, concedendosi frequenti momenti di riflessione. Un grosso libro rosso manoscritto giaceva sul leggio adatto alla sua statura di hobbit. Poco tempo prima ne aveva letto, a voce alta, alcuni passaggi alla sua famiglia. Era un giorno particolare: il compleanno della figlia Elanor. Quella sera, prima di cena, aveva finalmente terminato il Libro. C’erano voluti mesi per la lenta progressione lungo i numerosi capitoli, nonostante le sensate omissioni: aveva infatti letto a voce alta solo durante i giorni speciali. Per la lettura del compleanno, oltre a Elanor erano presenti il piccolo Frodo, la piccola Rosa, i giovani Merry e Pipino; gli altri bambini non vi avevano assistito: erano a letto tranquilli. Il Libro Rosso non era ancora adatto a loro, Cioccadoro aveva solo cinque anni; Frodo si era infatti leggermente sbagliato nella predizione: era nata dopo Pipino. Non era però l’ultimo nella linea di famiglia, Samvise e Rosa sembravano ben messi per rivaleggiare con il vecchio Gerontius Tuk per il numero di bambini e fare altrettanto con Bilbo per il numero di anni di vita. C’erano il piccolo Hamfast, Daisy e Prima Rosa sempre nelle loro culle. Adesso Sam assaporava un po’ di tranquillità, la cena era terminata. Solo Elanor era rimasta con lui e visto che era il suo compleanno, era ancora sveglia. Si sedette senza far rumore guardando intensamente il fuoco e di quando in quando gettava un’occhiata su suo padre. Era una bella ragazza, con una pelle più bianca rispetto alle altre giovani hobbit, più snella e con un bagliore di fuoco che scintillava nei suoi capelli di oro rosso. Aveva ricevuto come dono, se non per eredità un ricordo della grazia degli Elfi.
“Che fai papà-Sam?” disse finalmente. “Avevi detto che saresti andato a riposarti e speravo che avresti parlato un po’ con me.” “Solo un momento mia piccola Elanor” disse Sam mentre ella gli aveva appena messo le braccia intorno al collo guardandolo, così da sopra la spalla. “Questo somiglia alle Domanda e Risposta” osservò Elanor. “`e proprio così” rispose Sam “Il Signor Frodo mi ha lasciato le ultime pagine del Libro, ma non ho ancora osato mettermici. Sto sempre a prendere appunti, come avrebbe detto il vecchio signor Bilbo. Qui ci sono tutte le numerose domande che la Mamma Rosa, i bambini e te mi avete posto; io ho scritto le risposte quando le conoscevo. La maggior parte delle domande sono tue, visto che sei la sola ad avermi sentito leggere il libro per intero più di una volta.” “Tre volte” disse Elanor guardando riposare, sotto la mano di Sam, una pagina scritta con cura. D. I nani: Il piccolo Frodo dice che sono i suoi preferiti. Cosa `e successo a Gimli? Le miniere di Moria sono state riaperte? Ci sono ancora gli Orchi a Moria? R. Gimli: `e ritornato per lavorare per il Re, come aveva detto. Ha portato con se dal Nord gran parte del suo popolo. Hanno lavorato così a lungo a Gondor che si sono abituati e si sono installati la, nei Monti Bianchi, non lontano dalla Città. Gimli si reca, una volta all’anno, nelle Caverne Scintillanti. Come lo so? Sono informazioni del Signor Peregrino che ritorna spesso a Minas Tirith dove è tenuto in gran considerazione. Moria: Non ne ho notizia. Forse non è per il nostro tempo la predizione su Durin. I luoghi oscuri hanno bisogno ancora di una bella ripulita. Credo, che per sloggiare le creature malvagie dalle sale di Moria ci vorranno molta fatica e audacia. Senza dubbio in quei luoghi vi abitano ancora molti Orchi. Non esiste alcuna possibilità di riuscire mai a sbarazzarsi completamente di loro. D. Legolas: `E tornato dal Re? Vi resterà? R. Sı, vi è ritornato. è arrivato a Sud con Gimli ed ha portato con se molte delle genti di Bosco Atro - il Grande (così viene chiamato oggi). Dicono che fosse meraviglioso vedere compagnie di Nani ed Elfi viaggiare insieme. Gli Elfi hanno reso più splendide la città e la terra dove vive il Principe Faramir. Sı, Legolas vi resterà almeno tanto quanto Gimli; ma penso che un giorno andrà verso il Mare. Me lo ha raccontato il Signor Meriadoc che è infatti andato a far visita a Dama Arwen nel suo palazzo bianco. D. I Cavalli : Merry se ne interessa moltissimo; è molto preoccupato per un suo pony. Durante i combattimenti quanti cavalli hanno perduto i Cavalieri, ne hanno degli altri adesso? Cosa è successo al cavallo di Legolas? Cosa ne ha fatto Gandalf di Ombromanto? R. Ombromanto è andato con Gandalf sulla bianca nave, ovviamente. L’ho visto con i miei occhi. Ho anche visto Legolas lasciare andare liberamente il suo cavallo da Isengard a Rohan. Il Signor Meriadoc mi ha detto che non sa quanti cavalli furono perduti; ma oggi se ne vedono più che mai a Rohan, adesso nessuno li ruba. I Cavalieri posseggono anche, in particolare nell’Harrowdale molti pony: ce ne sono di bianchi, marroni e grigi. Quando ritornerà dalle terre di Re Eomer, l’anno prossimo, il Signor Meriadoc è intenzionato a portarne uno per il suo omonimo. D. Gli Ent: A Elanor piacerebbe sapere di più su di loro. Cosa vide Legolas a Fangorn? Ha rivisto Barbalbero? La piccola Rosa si preoccupa molto delle Entesse: ogni volta che va in un bosco le cerca. Le troveremo mai? Le piacerebbe che succedesse. R. Per quello che ne so Legolas e Gimli non mi hanno raccontato ciò che videro. Non ho mai sentito parlare di qualcuno che abbia visto un Ent dopo quel periodo. Gli Ent sono molto riservati e non amano troppo le persone, sia grandi che piccole. Anch’io vorrei che si ritrovassero le Entesse; ma temo che il problema sia troppo antico e profondo perché il popolo della Contea possa porvi rimedio. Penso che forse le Entesse non vogliano essere trovate; e magari gli Ent sono stanchi di cercare adesso. “Beh, tesoro mio” disse Sam “questa prima pagina rappresenta solo il lavoro di oggi.” Sospirò. “Non va abbastanza bene per metterla nel libro così com’è. Non somiglia molto alla storia così come l’ha scritta il Signor Frodo. Ma bisognerà che faccia, in un modo o nell’altro, un capitolo o due nello stile adatto. Potrebbe aiutarmi il Signor Meriadoc. E' abile quando si tratta di scrivere, sta facendo uno splendido libro, interamente dedicato alle piante.” “Non scrivere più stasera. Raccontami qualcosa papà-Sam” disse Elanor mentre lo portava verso una sedia vicino al fuoco. “Dimmi” ripeté mentre si sedevano uno vicino all’altro nella dolce luce dorata che illuminava loro il viso “Parlami di Lorien. Il mio fiore vi cresce sempre papà-Sam?” “Ebbene, tesoro mio, Celeborn vive sempre laggiù tra alberi ed Elfi e non ho dubbi che il tuo fiore vi cresca ancora. Anche se non me ne preoccupo più di tanto, adesso che ho te da poter guardare”
“Ma papà-Sam io non voglio guardarmi. Voglio vedere altre cose. La collina di Amroth dove il Re ha incontrato Arwen, gli alberi d’argento, il piccolo niphredil bianco e l’elanor dorata nell’erba che è sempre verde. E voglio sentire cantare gli Elfi.” “Forse un giorno li sentirai, Elanor. Sai, io dicevo la stessa cosa quando avevo la tua età e molto tempo dopo sembrava non esserci nessuna speranza. E nonostante tutto li ho visti e sentiti.” “Ho paura che tutti prendano il mare, papà-Sam. Se fosse così molto presto non ne resterebbero più qui, e allora non ci sarebbero che luoghi vuoti e ...” “E cosa, mia piccola Elanor?” “E la luce si affievolirebbe.” “Lo so.” disse Sam “La luce si affievolisce, mia piccola Elanor. Ma non sparirà non ancora. Da quando te ne ho parlato penso che non sparirà mai veramente. Adesso mi sembra infatti che le persone se la possano ricordare anche se non l’hanno mai vista. Tuttavia” sospirò “non è, anche così, la stessa cosa che vederla dal vero, come io ho fatto.” “Come si può far parte di una storia?” chiese Elanor “Una storia mai uguale anche quando racconta ciò che è accaduto. Mi piacerebbe poter tornare ai bei vecchi tempi.” “Le persone come noi se lo augurano spesso.” disse Sam “Tu, mia piccola Elanor, sei nata alla fine di una grande Era; ma benché sia terminata le cose, come si dice, non finiscono così all’improvviso. `E piuttosto come un crepuscolo invernale. Adesso gli Alti Elfi sono quasi tutti partiti con Elrond. Gli altri, quelli che appartengono a questa terra, resteranno ancora e più a lungo. Hai ancora molte cose da vedere e forse le vedrai prima di quanto pensi.” Elanor restò un attimo in silenzio prima di prendere di nuovo la parola “All’inizio non ho capito cosa volesse dire Celeborn quando si congedò dal Re, ma adesso credo di capire. Sapeva che Dama Arwen sarebbe restata e che Galadriel lo avrebbe lasciato. Penso che per lui sia stato triste. E anche per te papà-Sam” a tentoni la sua mano cercava quella scura di Sam che vi strinse le dite minute di Elanor. “Infatti anche il tuo tesoro è partito. Sono felice che Frodo dell’Anello mi abbia vista, ma vorrei potermelo ricordare.” “E' stato triste mia piccola Elanor” disse Sam baciando i suoi capelli “lo è stato ma non lo è più ormai. Perché? Beh, il Signor Frodo è partito per la dove la luce elfica non affievolisce, ha meritato la sua ricompensa. Ma anch’io ha avuto la mia. Ho ricevuto grandi tesori. Sono un hobbit molto ricco. C’è un’altra ragione che ti svelerò, un segreto che non ho mai detto a nessuno prima, né ancora annotato ne Libro. Prima di partire il Signor Frodo mi disse che sarebbe potuta venire la mia ora. Posso aspettare. Credo che forse non ci siamo detti addio per bene. Ma posso aspettare. In ogni caso ho imparato almeno questo dagli Elfi: il tempo non li preoccupa. Penso, quindi che Celeborn sia sempre felice, in maniera elfica, tra i suoi alberi. La sua ora non è arrivata e non è ancora stanco del suo paese. Quando lo sarà potrà andarsene. “E quando sarai stanco papà-Sam partirai. Partirai per i Porti con gli Elfi. Allora partirò con te, non mi separerò da te come Arwen ha lasciato Elrond.” “Forse, forse sı” disse Sam abbracciandola dolcemente “e forse no. La scelta di Luthien e di Arwen, o qualcosa di simile si presenta a molti; e non è saggio prendere la propria decisione avanti tempo.” " E adesso, piccola mia, penso che sia tempo di mettersi a letto anche per una signorina che ha vissuto quindici primavere. E poi ho ancora qualcosa da dire a Mamma Rosa.” Elenor si alzò e passo leggermente la mano tra la chioma bruna, riccia e già picchiettata di grigio di Sam. “Buona notte papà-Sam, ma...” “Non voglio una buona notte ma. . . ’ ” disse Sam. “Ma non vuoi mostrarmela prima? `E quello che stavo per dire.” “Mostrarti cosa, tesoro?” “La lettera del Re, è ovvio. L’hai ricevuta più di una settimana fa, oggi.” Sam si sedette “Bontà divina” disse Sam “Ecco come la storia si ripete! Si viene ripagati con la stessa moneta, è così. Come spiammo il povero Signor Frodo! Così adesso i nostri ci spiano, senza intenzioni più cattive di quelle che avevamo, spero. Ma come ne sei al corrente?” “Non c’era bisogno di spiare” disse Elanor “se volevi tenermela segreta non sei stato abbastanza prudente. E' arrivata, con il corriere del Quartiere Sud, mercoledì presto della settimana scorsa. Ti ho visto riportarla, tutta avvolta di seta bianca e chiusa con grandi sigilli neri: era sufficiente aver sentito il Libro per indovinare subito che veniva dal Re. Ci sono buone notizie? Non vuoi mostrarmela papà-Sam?” “E va bene, dal momento che ne sai così tanto, è meglio che tu apprenda il resto” disse Sam “ma niente cospirazioni d’ora in poi. Se te la mostro passi dalla parte degli adulti e devi rispettare le regole. Lo dirò agli altri a tempo debito. Il Re sta per arrivare.” “Viene qui?” esclamò Elanor “a Saccoforino?” “No tesoro” disse Sam “Ma ritorna nel Nord, cosa che non ha fatto da quando eri piccola. Adesso la sua casa è pronta. Poiché ha ordinato che il paese sia chiuso alla Gente Alta e che nessuno vi penetri dopo quei Banditi non verrà nella contea; non contravverrà alla sua stessa regola. Ma cavalcherà fino al Ponte. Ha inviato per ognuno di noi un invito speciale, ognuno recante il nostro nome.” Sam si avvicinò ad un cassetto, lo aprì e ne tirò fuori un rotolo dal quale fece scivolare la fodera. La pergamena era scritta su due colonne in bei caratteri argentati su fondo nero. La srotolò e posò una candela sullo scrittoio lì accanto in modo che Elanor potesse vederla. “Come è bella” esclamò Elanor “So leggere la Lingua Corrente, ma cosa c’è scritto nell’altra parte? Credo che sia elfico, però me ne hai insegnate così poche parole.” “Sì, è scritta in un tipo di elfico che viene usato dalle grandi genti di Gondor” confermò Sam “L’ho decifrato abbastanza per essere sicuro che dica su per giù le stesse cose a parte il fatto che traduce i nostri nomi in elfico. Il tuo è lo stesso da ambo le parti, Elanor, perché il tuo nome è elfico. Ma Frodo diventa Iorhael, Rosa Merir, Merry Gelir, Pipino Cordof, Cioccadoro Glorfinniel, Hamfast Baravorn e Daisy Eirren. E adesso lo sai.” “E' meraviglioso” disse Elanor “adesso abbiamo tutti dei nomi elfici, che splendida conclusione per il mio compleanno! Ma qual è il tuo nome papà- Sam? Non l’hai menzionato.” “Beh, è molto particolare” disse Sam “infatti, se lo vuoi proprio sapere, nel testo elfico il Re letteralmente dice: ‘Mastro Perhael che dovrebbe essere chiamato Panthaen’ ciò significa: Samvise che dovrebbe essere chiamato ‘Il molto sagace’. Adesso sai cosa il Re pensa del tuo vecchio papà.” “Non ne penso meno, papà-Sam, mio caro Perhael-adar” disse Elanor “ma c’è scritto due aprile, tra solo una settimana! Quando partiremo? Dovremo prepararci. Cosa porteremo?” “Questo lo devi chiedere a Mamma Rosa” disse Sam “Noi però ci siamo preparati. Siamo stati avvertiti molto tempo fa; se non abbiamo detto niente è solo perché non volevamo che ci perdeste il sonno, non ancora. E' tutto a vostro vantaggio. Avrete tutti dei bei vestiti e andremo in calesse.” “Dovrò fare tre riverenze o solo una?” chiese Elanor. “Saranno sufficienti una per il Re e una per la Regina” disse Sam. “infatti, benché non lo dica nella lettera, mia piccola Elanor, penso che ci sarà anche la Regina. E quando l’avrai vista, tesoro mio, saprai a cosa somiglia una principessa elfica, a parte il fatto che nessun’altra è così bella. E non è tutto. Sarei sorpreso se il Re non c’invitasse nella sua grande dimora sul lago Evendim. Ci saranno Elladan e Elrohir, che vivono ancora a Granburrone e con loro altri Elfi che canteranno al crepuscolo sull’orlo dell’acqua, mia piccola Elanor. E' per questo che ti ho detto che potrai vederli prima di quanto tu non immagini.” Elanor non disse niente, ma restò a guardare il fuoco, i suoi occhi brillavano come due stelle. Finalmente sospirò e si mosse. “Quanto tempo ci resteremo?” domandò “Immagino che dovremo ritornare.” “Sì, e lo vorremo, in un certo senso,” disse Sam “ma potremo restare fino alla raccolta del fieno per la quale devo essere di ritorno. Buona notte, mia piccola Elanor. Dormi adesso fino al sorgere del sole. Non avrai bisogno di sogni.” “Buona notte papà-Sam e non lavorare più. Perché so a cosa il tuo capitolo dovrebbe assomigliare: scrivi di ciò di cui abbiamo parlato insieme, ma non stanotte.” Lo abbracciò e se ne andò; a Sam sembrò che il fuoco andasse calando nel momento in cui Elanor usciva dalla stanza. Le stelle brillavano in un cielo nero e terso. Era il secondo giorno del corto periodo luminoso e senza nuvole che traversava regolarmente la Contea verso la fine di marzo, i bambini erano a letto adesso. Era tardi, ma qua e là a Hobbiville, alcune luci scintillavano dalle finestre delle case sparpagliate nella campagna che la notte ricopriva. Mastro Samvise stava sulla porta e guardava verso est. Portò verso di sé Rosa e la circondò con le sue braccia. “Il venticinque marzo” disse “in questo stesso giorno diciassette anni fa, Rosa tesoro mio, non pensavo che ti avrei rivista. Ma continuavo a sperare.” “Io non ho mai sperato, Sam” disse Rosa “fino a quel preciso giorno, improvvisamente arrivò la speranza. Era verso mezzogiorno e mi sono sentita così felice che cominciai a cantare. Mia madre disse "Fa’ silenzio fanciulla, ci sono dei banditi dietro l’angolo" e io risposi "lascia che vengano! Il loro tempo finirà presto. Sam sta per tornare e tu sei ritornato” “Sono ritornato” disse Sam “nel luogo che io amo di più al mondo dove ci sono la mia Rosa e il mio giardino” Rientrarono in casa e Sam chiuse la porta, ma in quel preciso istante udì all’improvviso il sospiro e il mormorio profondo e ininterrotto del Mare sulla rive della Terra di Mezzo.
Edited by Julien Suncrisbe - 6/1/2005, 20:19
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