Harry Potter e gli anni a venire

poesie, i nostri versi preferiti

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view post Posted on 4/1/2005, 13:44

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avendone notato la mancanza (correggetemi se sbaglio) di una sezione dedicata alle nostre poesie preferite, provvedo io ad aprirla.
spero non vi dispiaccia...
 
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view post Posted on 4/1/2005, 13:48

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IF (Rudiard Kypling)

If you can keep you head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can, wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, not talk too wise:
If you can dream - and not make dreams your master;
If you can think - and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth yuo've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools:
If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-andtoss,
And lose, and start again at your beginnings,
And never breathe a word about your loss;
If you can force yourheart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: "hold on!"
If you can talk with crowds and keep your vrtue,
Or walk with Kings - nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And - which is more - you'll be a Man, my son


e la traduzione...

Se...
Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e, mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;
se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo
se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;
se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "tieni duro!";
se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e - quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!

 
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Penelope Clearwater
view post Posted on 4/1/2005, 22:22




Hai già postato la mia poesia preferita, quindi metto la mia senconda preferita:

George Gray

I HAVE studied many times
The marble which was chiseled for me—
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire—
It is a boat longing for the sea and yet afraid.

Edgar Lee Masters


George Gray

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, e io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio-
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

Edgar Lee Masters

Edited by Penelope Clearwater - 4/1/2005, 22:23
 
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view post Posted on 5/1/2005, 11:34

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bella!!
da spoon river's antology, vero?
 
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Julien Suncrisbe
view post Posted on 5/1/2005, 14:59




A Zacinto-Ugo Foscolo

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.



 
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Penelope Clearwater
view post Posted on 8/1/2005, 12:10




Dementor: esatto.

Un'altra poesia che adoro:

L'Infinito di Giacomo Leopardi

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
 
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view post Posted on 8/1/2005, 13:19

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bellissima, Penny!

io invece di Leopardi adoro questa

Canto notturno di un pastore errante dell'Asia (G. Leopardi)

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move le greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolare dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
È lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir della terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in ciel arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, Alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
la mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda, o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avvess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia grerggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando l'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
È funesto a chi nasce il dì natale.


Edited by Dementor - 8/1/2005, 13:19
 
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Penelope Clearwater
view post Posted on 14/1/2005, 13:40




Questa me l'ha fatta conoscere una mia amica. La trovo molto profonda e vera, poiché il dolore e la sofferenza spesso non vengono ostentati da alcune persone, ma ciò non vuol dire che esse non soffrano.

The Black Berry - wears a Thorn in his side -
But no Man heard Him cry -
He offers His Berry, just the same
To Partridge - and to Boy -
He sometimes holds upon the Fence -
Or struggles to a Tree -
Or clasps a Rock, with both His Hands -
But not for Sympathy -

We - tell a Hurt - to cool it -
This Mourner - to the Sky
A little further reaches - instead -
Brave Black Berry -



Il Rovo - porta una Spina nel fianco -
Ma nessuno l'ha udito lamentarsi -
Offre la Sua Bacca, ugualmente
Alla Pernice - e al Ragazzo -
Talvolta si appoggia sul Recinto -
O si fa strada su un Albero -
O si avvinghia a una Roccia, con entrambe le Mani -
Ma non per farsi Commiserare -

Noi - raccontiamo una Ferita - per calmarla -
Questo Dolente - verso il Cielo
Un altro po' si avvicina - invece -
Coraggioso Rovo -


Emily Dickinson
 
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Cassandra Phoenix Nova
view post Posted on 14/1/2005, 20:35




Perché ti amo

Perchè ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia
del tutto mi appartiene nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare


Hermann Hesse
 
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Penelope Clearwater
view post Posted on 19/1/2005, 23:51




Alla vita
-Nazim Hikmet


La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
 
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Queen of Evilness
view post Posted on 20/1/2005, 23:12




Come to me in the silence of the night;
Come in the speaking silence of a dream;
Come with soft rounded cheeks and eyes as bright
As sunlight on a stream;
Come back in tears,
O memory, hope, love of finished years.

O dream how sweet, too sweet, too bitter sweet,
Whose wakening should have been in Paradise,
Where souls brimful of love abide and meet;
Where thirsting longing eyes
Watch the slow door
That opening, letting in, lets out no more.

Yet come to me in dreams, that I may live
My very life again though cold in death:
Come back to me in dreams, that I may give
Pulse for pulse, breath for breath:
Speak low, lean low,
As long ago, my love, as long ago.

" Echo ", Christina Rossetti, Poems, 1854
 
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Julien Suncrisbe
view post Posted on 21/1/2005, 16:29




SONO UNA CREATURA
da L'ALLEGRIA - IL PORTO SEPOLTO


Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
cos' totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo
 
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Queen of Evilness
view post Posted on 24/1/2005, 11:17




Masons, when they start upon a building,
are careful to test the scaffolding.

Make sure that planks won't slip at busy points
secure all ladders, tighten bolded joints.

And yet all this come down when the job's done
showing off walls of sure and solid stone.

So if my dear, there sometimes seems to be
old bridges breaking between you and me,

Never fear. We may let the scaffold fall,
confident that we have build our wall.

Seamus Heaney
 
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Penelope Clearwater
view post Posted on 25/1/2005, 23:07




Pour Faire le Portait d'un oiseau - Jacques Prévert

Peindre d'abord une cage
avec une porte ouverte
peindre ensuite quelque chose de joli
quelque chose de simple
quelque chose de beau
quelque chose d'utile
pour l'oiseau
placer ensuite la toile contre un arbre
dans un jardin
dans un bois
ou dans une forêt
se cacher derrière l'arbre
sans rien dire
sans bouger (...)
Quand l'oiseau arrive
s'il arrive
observer le plus profond silence
attendre que l'oiseau entre dans la cage
et quand il est entré
fermer doucement la porte avec le pinceau
puis
effacer un à un tous les barreaux
en ayant soin de ne toucher aucune des plumes de l'oiseau
Faire ensuite le portrait de l'arbre
en choisissant la plus belle de ses branches
pour l'oiseau
peindre aussi le vert feuillage et la fraîcheur du vent
la poussière du soleil
et le bruit des bêtes de l'herbe dans la chaleur de
l'été
et puis attendre que l'oiseau se décide à chanter
Si l'oiseau ne chante pas
c'est mauvais signe
signe que le tableau est mauvais
mais s'il chante c'est bon signe
signe que vous pouvez signer
alors vous arrachez tout doucement
une des plumes de l'oiseau
et vous écrivez votre nom dans un coin du tableau


Per fare il ritratto di un uccello - Jacques Prévert

Anzitutto dipingere una gabbia
con la porticina aperta
dipingere quindi
qualcosa di grazioso
qualcosa di semplice
qualcosa di bello
qualcosa di utile per l'uccello
appoggiare poi il quadro ad un albero
in un giardino
in un bosco
o in una foresta
nascondersi dietro l'albero
silenziosi
immobili..
A volte l'uccello arriva presto
ma può anche impiegare degli anni
prima di decidersi
Non scoraggiarsi
attendere
attendere se è il caso per anni
la rapidità o la lentezza dell'arrivo
non ha nessun rapporto
con la riuscita del quadro
Quando l'uccello arriva
se arriva
osservare il più profondo silenzio
aspettare che l'uccello entri nella gabbia
e quando è entrato
chiudere dolcemente la porta col pennello
poi cancellare una dopo l'altra tutte le sbarre
avendo cura di non toccare nessuna piuma dell'uccello
Fare quindi il ritratto dell'albero
scegliendo il ramo più bello
per l'uccello
dipingere anche il verde fogliame e la frescura del vento
il pulviscolo del sole
e il fruscio delle bestie dell'erba nella calura estiva
e poi aspettare che l'uccello si decida a cantare
Se l'uccello non canta
è cattivo segno
segno che il quadro è sbagliato
ma se canta è buon segno
segno che voi potete firmare
Allora strappate con tanta dolcezza
una piuma all'uccello
e il vostro nome scrivete in un angolo del quadro
 
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Cassandra Phoenix Nova
view post Posted on 15/2/2005, 18:30




Amico mio, io non sono ciò che sembro.
L'apparenza è come un'abito che indosso,
un'abito che protegge me dai tuoi interrogativi
e te dalle mie negligenze.
Amico mio, l' "io" dimora in me nella casa del silenzio
e lì rimarrà per sempre,
impercettibile e inavvininabile.
Non voglio che tu creda ciecamente in ciò
che dico o faccio, le mie parole e le mie azioni infatti
non sono altro che i tuoi pensieri e le tue speranze resi tangibili.
Quando tu dici "Il vento spira verso est",
io confermo "Sì, spira proprio in quella direzione";
perchè non voglio che tu sappia che la mia mente
non dimora nel vento ma nel mare.
Tu non puoi capire i miei pensieri
trasportati dalle onde, nè voglio che tu lo faccia.
Preferisco navigare da solo.
Quando da te è giorno , da me è notte;
e pure descrivo il mezzogiorno che danza sulle colline e
la furtiva ombra purpurea che attraversa la valle;
perchè tu non puoi udire il canto della mia oscurità
nè vedere il battito delle mie ali contro le stelle;
del resto, meglio così.
Rimarrò solo con la mia notte.
Quando tu ascendi al Paradiso,
io scendo dall'inferno;
e quando, dalla riva opposta del golfo che ci separa,
mi chiami: "compagno, amico ",
a mia volta ti chiamo "compagno, amico "
poichè non voglio che tu veda il mio Inferno.
La fiamma ti brucerebbe gli occhi
e il fumo ti invaderebbe le narici.
E io amo troppo il mio Inferno per fartelo visitare.
Resterò all'Inferno da solo.
Tu ami la Verità,
la Bellezza,
la Giustizia
e io per amor tuo dico che amare è giusto e decoroso,
anche se dentro di me rido del tuo amore.
Ma non voglio che tu lo veda.
Riderò da solo.
Amico mio, tu sei buono, cauto e saggio,
certo , sei perfetto.
Anch'io, benchè sia pazzo,
quando parlo con te lo faccio con saggezza e con cautela,
mascherando la mia pazzia.
Sarò pazzo da solo.
Amico o nemico che tu sia,
come posso farti capire?
Anche se camminiamo insieme,
mano nella mano, la mia strada non è la tua.

(Kahlil Gibran)
 
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23 replies since 4/1/2005, 13:44   1545 views
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