ultimo libro

Uscirà il 26 maggio (non a caso, una settimana dopo l'uscita nelle sale de Il codice Da Vinci) il 5° romanzo di Dan Brown, il terzo con protagonista il personaggio di Robert Langdon. Truth lies beneath, questo il titolo del romanzo (che contiene già nel titolo un calembeur, in quanto "lies" può voler dire sia "giace" che "bugie").
La trama: un terremoto di proporzioni catastrofiche colpisce la città di Madrid. Nello stesso giorno a Lisbona un sismologo viene assassinato, ma prima di morire invia a Robert Langdon un'email, nella quale gli comunica la sua allucinante scoperta: nei sotterranei del santuario di Fatima è celata un'arma, progettata nientemeno che dal monaco stregone Rasputin, in grado di provocare terremoti in qualsiasi angolo del globo. L'arma, protetta da un labirinto nel quale solo un esperto di simbologia può districarsi, è caduta nelle mani di un fanatico vescovo gesuita, che ha deciso d'usarla per combattere i nemici della Chiesa. Prima i musulmani, con il maremoto che ha causato lo tsunami del Natale 2004, poi il terremoto a Madrid, come punizione per le scelte del governo Zapatero. Ora Langdon dovrà ancora una volta imbarcarsi in una corsa contro il tempo per impedire al vescovo di colpire di nuovo; il suo obiettivo stavolta è una delle città più peccaminose della terra: Los Angeles, sulla quale dovrebbe abbattersi il tanto temuto Big One, il terremoto che separerebbe la California dal resto del continente americano.

Ho finito di leggere I tre moschettieri di Alexandre Dumas. In verità l'avevo già letto intorno ai 10-11 anni, ma mi ero accorto che si trattava di un'edizione ridotta, così ho fatto in modo di leggere la versione integrale. E mi sono reso conto che in effetti non è proprio un libro da leggere a 10 anni: sarà forse anche per la traduzione antiquata ed aulica che mi è capitata tra le mani, ma ritengo comunque che si tratti di un romanzo storico-avventuroso abbastanza complesso. Dumas è molto prolisso e a volte la storia si dipana in maniera interminabile, ma le avventure di d'Artagnan e dei suoi amici Athos, Porthos e Aramis rimangono una piacevole lettura. Povero Richelieu, statista di grande statura, che portò la Francia a vincere la guerra dei 30 anni, condannato per sempre ad essere identificato come "il cattivo dei tre moschettieri".

Ho terminato di leggere Uno studio in rosso, di Arthur Conan Doyle, il libro dove esordisce il celeberrimo personaggio di Sherlock Holmes. Devo dire in effetti che, a parte il fatto che presenta i personaggi fondamentali di Holmes e Watson e il loro primo incontro, non è un giallo molto esaltante. La trama: il dottor John Watson, reduce dalla guerra in Afghanistan, è in cerca di un appartamento a Londra, che sia alla portata delle sue tasche. Tramite un amico comune, entra in contatto col giovane Sherlock Holmes: anch'egli è in cerca di un'abitazione, di cui dividere l'affitto. Holmes è un personaggio singolare: non ha intrapreso alcun corso di studi universitari, eppure ha delle vaste conoscenza in molti campi, dalla chimica alla medicina. Si autodefinisce un consulente investigativo di Scotland Yard ed in effetti è a lui che si rivolgono gli ispettori Gregson e Lestrade quando viene commesso un delitto inspiegabile: in una casa abbandonata alla periferia di Londra è stato rinvenuto il cadavere di un americano; il corpo non presenta alcuna ferita, eppure sul muro qualcuno ha scritto la parola Rache (vendetta, in tedesco).
Le indagini in pratica durano molto poco e metà romanzo è occupato da un flashback in cui l'assassino racconta le sue motivazioni. Di Sherlock Holmes ho già letto Il mastino dei Baskerville e Il segno dei quattro, che secondo me sono migliori di Uno studio in rosso.