Harry Potter e gli anni a venire

Percy Jackson, Avventure nel mito antico

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view post Posted on 24/2/2011, 22:39

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*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***


appena finito di leggere il secondo libro della saga di Percy Jackson, Il mare dei Mostri. devo dire che è dai tempi di Harry Potter che non mi affezionavo così ad una saga letteraria, tant'è che sto seriamente pensando di acquistare il terzo in inglese. ecco la mia recensione su Anobii
anyway la trama: Percy è un semidio figlio di Poseidone che, nel primo libro, salva l'onore del padre, ingiustmente accusato di aver rubato la folgore del fratello Zeus, re degli dei, pur di provocare una guerra col fine di prendere il posto dle potente fratello. eh si, perchè gli dei dell'Olimpo sono più vivi che mai! spostano la loro dimora di volta in volta, stabilendosi nello stato più potente del momento. sono stati in Grecia, sono stati in Italia ed ora, manco a dirlo, sono negli USA, sopra l'Empire State Building. i figli degli dei sono tantissimi e spesso bersaglio dei mostri mitologici; per proteggerli, gli dei hanno istituito il "campo mezzosangue" comandato dal dio Dioniso e diretto dal centauro Chirone, con lo scopo appunto di proteggere i semidei ed addestrarli all'autodifesa.
alla fine del primo libro Percy sventa un complotto ordito da Crono, il re dei titani, aiutato dal traditore Luke, ex compagno di Percy al campo.
ora un'altra minaccia incombe: Luke ha avvelenato l'albero di Talia, il pino magico del Campo, creato dalle spoglie di una figlia di zeus caduta in battaglia ed ora la sopravivenza stessa del campo è in pericolo. solo il Vello d'Oro può salvarlo
serve un'impresa e Tantalo (nuovo direttore del campo dopo il licenziamento di Chirone) decide di mandare Clarisse, nerboruta figlia di Ares. ma Percy, coadiuvato dalla fedele amica annabeth (figlia di Atena) e dal nuovo amico ciclope Thyson (il suo fratellino, dato che i ciclopi sono figli di Poseidone) decide di seguire la maldestra ragazza, anche perchè c'è in gioco la vita del suo migliore amico, il satiro Grover, fatto prigioniero da Polifemo, il cattivo ciclope che fa la guardia al Vello. Percy e i suoi si avventurano nel mare dei mostri (il moderno triangolo delle bermuda) per trovare il vello prima d Crono, salvare il campo e ridare speranza alla stirpe olimpica.

dicevo, veramente una saga molto carina! amo il modo in cui Riordan riesce a riattualizzare il mito antico adattandolo in salsa moderna! infatti leggendo il libro si ha la sensazione di sapere sempre come va a finire, dato che sono molti i riferimenti all'Odissea (scilla e Cariddi, le Sirene, Polifemo e le sue pecore, Nessuno...), tuttavia quasi non ci si accorge della trama tutto sommato scontata, perchè il libro è sgorgivo come la granita. e poi non ci si può non affezionare a percy! è troppo simpatico! è il mio piccolo mito. un po' imbranato e insicuro ma forte e coraggioso quando serve. lontano anni luce dai noiosissimi eroi classici tipo Achille e Perseo.

unico difetto della saga (tutto ha un difetto...) è l'eccessiva similitudine con Harry Potter, ai limiti del sospetto di plagio, secondo me.
pensateci: entrambi i personaggi vivono in un mondo parallelo nascosto ai mortali (babbani): in HP abbiamo dei potenti incantesimi di difesa che confondono il mondo dei maghi da quello degli umani, mentre in PJ vi è la "foschia", una nebbia magica (che dei e semidei possono manipolare) in grado di mostrare agli ignari umani ciò che loro vogliono vedere.
in HP vi sono le case (grifondoro serpreverde ecc) decise dal cappello parlante, mentre in PJ al campo mezzosangue ogni dio ha una casa intitolata a se, che ospita solo ed esclusivamente i suoi figli, una volta che vengono "determinati" (ovvero riconosciuti dalla divinità titolare). tutti i compagni di casa sono fratellastri: una sorta di incrocio tra i Cavalieri dello Zodiaco e Harry Potter.
il tempo in HP e PJ è scandito al contrario: se infatti in HP l'avventura si svolge durante l'anno scolastico e viene interrotta in estate, quando Harry va dagli zii antipatici, in PJ è il contrario: durante l'anno scolastico Percy frequenta una scuola mortale (facendo molta fatica tra l'altro, dato che tutti lo vedono come un diverso), mentre in estate si reca al Campo e da qui iniza l'avventura.
ma la similitudine più grande arriva dal fatto che il destino sdi entrambi è legato ad una profezia, una profezia che (come ogni profezia che si rispetti) si avvera solo se ci credi e lascia aperta un'alternativa. in HP infatti Sibilla cooman profetizza che "il signore oscuro sarà sconfitto da un ragazzo nato nel settimo mese che egli designerà come suo pari", mentre in PJ la Pizia dice che il figlio di uno dei tre pezzi grossi (Zeus, Ade ed appunto Poseidone) sarà l'ago della bilancia, ovvero deciderà se essere fedele agli Olimpici o a Crono e questa scelta determinerà la vittoria o la distruzione dell'Olimpo.
la profzia di HP poteva riguardare sia Harry sia il suo amico Neville (ma Voldemort, attaccando Harry, scelse quest'ultimo designandolo come suo pari), mentre in PJ esistono due candidati: Percy, appunto, e Talia che, colpo di scena (l'unico in tutto il libro, che si verifica all'ultima pagina!) viene resuscitata dalla magia del Vello! forse Crono sapeva di questo effetto collaterale ed ha deciso di resuscitare Talia nella speranza di trarla dalla sua parte, oppure vuole semplicemente diffondere il sospetto. da notare come la profezia in entrambi non riguardi necessariamente i protagonisti.
come la Rowling poi, anche Riordan dimostra di avere un controllo pressochè assoluto sulla trama della saga, che sicuramente, come HP, regalerà grandi colpi di scena.
non c'è paragone tra Harry e Percy invece! molto, moolto, mooolto meglio il figlio di Poseidone (quando uno è semi-dio è semi-dio...) Percy è autoironico, simpatico, coraggioso (ma non temerario so-tutto-io), non si piange addosso! Harry invece è da prendere a calci dal primo al settimo libro. non c'è pagagome, davvero. i suoi due amici invece (notate, un trio, proprio come in HP...) forse non reggono il confronto con gli omologhi potteriani, anche se li ricordano: Annabeth è la sapientona (proprio come Hermione) figlia di Atena, mentre Grover, il satiro pasticcione, ricorda molto Ron (ma di Ron Weasley ce n'è uno solo...)
infine, spendendo due parole sullo stile del libro e dell'autore, come ho gà detto piace come Riordan mescoli sapientemente elementi mitologici, triti e ritriti, noti a tutti, con l'elemento moderno, facendo sembrare il tutto originale ed inedito (probabilmente lo è, perchè no); infine, la scelta della narrazione in prima persona, dal punto di vista di Percy, accentua quel senso di ironia (o autoironia) insito nel protagonista, che è capace di attirare le simpatie e l'affetto del lettore fin dalla prima pagina.

parlando infine del libro in particolare, l'ho trovato davvero molto carino, decisamente meglio del precedente, sopratutto per la storia molto vicina all'Odissea. un must per chi, come me, adora il mito greco
 
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