Ieri sera ho visto
Black Dahlia, un film che raccomando caldamente (e non solo perché c'è la mia adorata e irraggiungibile Scarlett
).
Los Angeles, 1947. Lee (Aaron Eckhart) e Butch (Josh Hartnett) sono due poliziotti con la passione per il pugilato, in gamba e con una promettente carriera davanti a loro. Lee vive con Kay (Scarlett Johansson
), ma la ragazza sembra affezionata ad entrambi gli uomini. Un delitto efferato, una giovane attrice trovata morta, sventrata, tagliata in due e con il volto deturpato, sconvolgerà la vita del terzetto e metterà i due poliziotti amici alle prese con intrecci della malavita, speculazioni edilizie, filmini a luci rosse e ritrovi per lesbiche. La soluzione del caso giungerà a termine di un intricatissimo puzzle sporco di sangue.
Un film noir molto ben confezionato, con una fotografia affascinante e delle scenografie memorabili (la Los Angeles del '47 è stata ricostruita in Romania dall'ottimo Dante Ferretti); dal romanzo di Ellroy, il film conta su una trama ben congegnata, dove la sceneggiatura incastra tutti i pezzi del mosaico con precisione certosina. In gamba il trio degli attori protagonisti, ma da menzionare anche Hilary Swank, la viziosa figlia del milionario speculatore, Mia Kirshner, la vittima (mostrata in numerosi filmini) e Fiona Shaw (la zia Petunia, qui in un ruolo da pazza isterica). Se non fosse per certi effettacci e per il grandguignol abbondante, sembrerebbe davvero un film girato negli anni '40.
Una stretta al cuore mi è venuta quand'ho visto le cicatrici sulla schiena di Scarlett: come si può deturpare un essere così soave e leggiadro?
Comunque adesso, parafrasando una battuta del film, so cosa rispondere a chi mi chiede se ho la ragazza: mi conservo per Scarlett Johansson.
